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    Note di pastorale giovanile
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    00181 Roma

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    «Lieti nella speranza» (Rm 12,12)

    Messaggio di papa Francesco per la
    XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù

    26 novembre 2023, Festa di Cristo Re

     papa 120323


    L'annuncio

    «... Al termine della Messa conclusiva nel “Campo della Grazia”, ho indicato la prossima tappa del nostro pellegrinaggio intercontinentale: Seoul, in Corea, nel 2027. Ma prima di allora vi ho dato appuntamento a Roma, nel 2025, per il Giubileo dei giovani, dove sarete anche voi “pellegrini di speranza”.
    Voi giovani, infatti, siete la gioiosa speranza di una Chiesa e di un’umanità sempre in cammino. Vorrei prendervi per mano e percorrere insieme a voi la via della speranza. Vorrei parlare con voi delle nostre gioie e speranze, ma anche delle tristezze e angosce dei nostri cuori e dell’umanità che soffre (cfr Cost. past. Gaudium et spes, 1). In questi due anni di preparazione al Giubileo mediteremo prima sull’espressione paolina "Lieti nella speranza" (Rm 12,12), per poi approfondire quella del profeta Isaia: "Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi" (cfr Is 40,31).»

    Il testo del messaggio (link)

    I contenuti in sintesi
    Da dove viene questa gioia?
    Dov’è la mia speranza?
    La “piccola” speranza
    La speranza, luce che brilla nella notte
    Alimentare la speranza
    Accendere la torcia della speranza

    Un invito e un impegno per la PG e per noi di NPG
    «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo!» (Esort. ap. Christus vivit, 1). Così vi scrivevo quasi cinque anni fa, dopo il Sinodo dei Giovani. Invito tutti voi, specialmente quanti sono coinvolti nella pastorale giovanile, a riprendere in mano il Documento Finale del 2018 e l’Esortazione apostolica Christus vivit. I tempi sono maturi per fare insieme il punto della situazione e adoperarci con speranza per la piena attuazione di quel Sinodo indimenticabile.

    Il cammino e info
    - XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, 2023: “Lieti nella speranza” (cfr. Rm 12,12)
    - XXXIX Giornata Mondiale della Gioventù, 2024: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi” (cfr. Is 40,31)
    Notizie ed altre informazioni relative alle GMG si possono trovare sul sito del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita: www.laityfamilylife.va

    Segnalazione

    Illiceto cop

    Edizioni Porziuncola 2023 - pp. 58 - € 8,00

    L'AUTORE
    Nato nel 1960, si è laureato in Filosofia presso l’Università di Bari con una tesi di laurea su Heidegger. È docente incaricato di Storia della Filosofia moderna e contemporanea presso la Facoltà Teologica Pugliese di Bari (sez. ITRA di Molfetta) e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Foggia. Insegna Storia e Filosofia presso il Liceo Classico “A. Moro” di Manfredonia. Ha pubblicato: Il rapporto tra il ‘Sé’ e l’ ‘è’ nell’ontologia di M. Heidegger in G. Semerari (a cura di) Confronti con Heidegger, Dedalo, Bari 1992; Fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo (Manfredonia 2007); La persona. Dalla relazione alla responsabilità. Saggio di ontologia relazionale (Città aperta edizioni 2008; ristampa: Andrea Pacilli Editore 2014); Dialogo sulla morte (Il Messaggero 2009); Il talamo e la tela. Laddove il dolore incontra l’amore, Morlacchi, Perugia 2015. È autore di numerosi saggi pubblicati su Riviste di scienze religiose riguardanti il postmoderno e l’antropologia del Novecento. Si occupa di formazione degli adulti e di problematiche giovanili. La sua ricerca si muove tra antropologia, etica e teologia, nel dialogo tra credenti e non.

    IL LIBRO
    Ripercorrere la vicenda terrena di san Francesco come fosse la vita di un qualsiasi giovane di oggi, è l'intento dell'Autore di queste pagine. Cinque capitoli, come piccoli quadri, nei quali si tocca con mano la grande attualità del Santo di Assisi con le sue scelte, gli alti e bassi nella fede, le svolte esistenziali: uno specchio nel quale il lettore è invitato a guardarsi per comprendere meglio se stesso e il senso della fede in un mondo che cambia.

    SOMMARIO
    Introduzione
    1. Quando il mondo ti crolla addosso
    2. Quando scopri qualcuno che ti ama più di te
    3. Quando niente ti può saziare, se non Colui che ti ha creato!
    4. Quando gli altri da nemici diventano fratelli
    5. Francesco, Chiara e l’amore polifonico

    INTRODUZIONE

    Raccontare la vita di Francesco di Assisi come se fosse la vita di un qualsiasi giovane di oggi, è quanto mi sforzo di fare in queste pagine. Cinque brevi capitoli, nella forma di piccoli quadri, nei quali ho cercato di toccare con mano la profonda attualità del Poverello di Assisi, specie per chi è in ricerca, per chi ha cercato e non ha trovato. Per tutti coloro che, per vari motivi, hanno smesso di farlo, smettendo forse anche di credere.
    Ma anche per chi si è adeguato a una fede che sa di compromesso. Per quanti dicono: “So che ci sei, ma vivo come se non ci fossi!”.
    Ora, l’attualità di Francesco è proprio la sua inattualità, il suo andare ancora oggi controcorrente, proponendo uno stile di vita scomodo ma avvincente, alternativo al pensiero unico del nostro tempo, che si presenta invece sempre appiattito e assuefatto alle mode e alle logiche dominanti.

    Accogliente, vicina, semplice, gioiosa

    Così i giovani sognano la loro Chiesa

    Paola Bignardi


    C'è una domanda di autenticità e interesse per le persone che merita ascolto. La Gmg di Lisbona ha mostrato un mondo giovanile che si lascia ancora convocare. Ma l’esperienza ecclesiale spesso respinge attese che pure ci sono Ogni domenica Paola Bignardi ci sta conducendo ad avvicinare un mondo giovanile più chiacchierato che conosciuto, a partire dalla convinzione che occorra abbandonare gli stereotipi con cui abitualmente si guarda e si giudica una generazione piena di risorse, che si sente lasciata ai margini, impossibilitata a offrire al mondo in cui si affaccia il proprio originale apporto. Gli articoli si avvalgono delle indagini dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e del lungo ascolto che i suoi ricercatori fanno di decine di adolescenti e giovani con interviste individuali, focus group, rilevazioni statistiche. La ricerca cui si fa particolare riferimento è quella in corso di pubblicazione e dedicata ai giovani che si sono allontanati dalla Chiesa, in un ideale confronto con coloro che sono rimasti. È frutto di un attento ascolto, ed è, anche per il lettore, un invito a fare altrettanto.

    Molte delle persone che sono impegnate nella pastorale giovanile o che hanno interesse a capire dove stanno andando i giovani hanno negli occhi le immagini della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona: sono passati poco più di due mesi, eppure resta l’eco di un’esperienza bella e viva, dove i giovani “c’erano”, numerosi, partecipi, pieni di entusiasmo. Immagini che rincuorano, e che danno speranza, che dicono che c’è un mondo giovanile che si lascia ancora convocare dalla Chiesa. L’esperienza è un’esperienza straordinaria: il viaggio, lo stare tra giovani, l’apertura mondiale, l’incontro con papa Francesco, una preghiera diversa dal solito...; soprattutto si tratta di un’esperienza globale, che coinvolge tutta la persona in un contesto di vita. Certo non è la Chiesa di tutti i giorni, ma è una situazione che può dare evidenza ad alcuni elementi che, pur rapportati all’ordinarietà, vanno tenuti presenti.

    I molti volti della Chiesa

    Dietro il nome generico di Chiesa in realtà sono racchiuse tante esperienze diverse, tra le quali i giovani sono abituati a distinguere: Chiesa è la propria parrocchia, il proprio gruppo, la propria associazione, il proprio prete, l’istituzione ecclesiale; ciascuno di questi volti della realtà ecclesiale evoca nei giovani sentimenti e reazioni diverse; interessi e obiezioni; attenzioni e sospetti... Per quelli che hanno fatto un’esperienza parrocchiale di una certa durata e di una certa intensità, Chiesa significa il proprio gruppo, persone che evocano situazioni e momenti, più o meno gradevoli e interessanti, a seconda dei casi. Pensare alla parrocchia significa ricordare volti e relazioni: calde o anonime, cordiali o indifferenti, simpatiche o conflittuali.
    Nel bene e nel male, questo è l’aspetto che imprime, nella coscienza delle nuove generazioni, un’impronta difficile da cancellare. C’è chi è rimasto nell’ambiente ecclesiale per il legame con alcune persone, soprattutto figure adulte significative, e chi se n’è andato perché non si è sentito capito, si è percepito come escluso, o giudicato, o non valorizzato. Le relazioni sono importantissime nella vita dei giovani, come si è visto nel primo di questi contributi. Decidono del rapporto con la propria comunità, ma vanno molto oltre, in una generalizzazione che porta molti a pensare la Chiesa in generale come specchio della propria comunità. Per la maggioranza dei giovani, essa è un luogo anonimo, freddo, poco attrattivo: un contesto cui non vale la pena di appartenere. L’ esperienza vissuta nella propria comunità chiama in causa lo stile concretoquotidiano del vivere ecclesiale, il suo stile relazionale, veicolo privilegiato per comunicare la qualità umana del suo vivere e del suo messaggio. Molto più problematico è il rapporto con la Chiesa in quanto istituzione: questo costituisce per molti adolescenti e soprattutto giovani l’elemento di maggiore ostacolo per la propria appartenenza. Per molti sembra impensabile che l’esperienza religiosa e il rapporto con Dio, che essi vivono in modo molto personale e talvolta individualistico, possa essere inscritto dentro una realtà istituzionale che percepiscono come mortificante per la spontaneità di un sentimento che a loro avviso non sopporta restrizioni che vengano dall’esterno. Su questo aspetto certamente influisce quel tratto della sensibilità giovanile che stenta ad accettare che la propria soggettività sia limitata dall’esterno e che li porta ad avere un rapporto problematico non solo con la Chiesa ma con tutte le istituzioni; certo riguarda anche la Chiesa.

    Ciò che fa problema

    Al di là di questa obiezione di fondo, vi sono poi le difficoltà che riguardano singoli aspetti della vita ecclesiale. Come giovani, sentono che non vi è posto per loro in questa Chiesa, con questi linguaggi, con categorie culturali lontane da loro. Dice un giovane: «La Chiesa è molto patriarcale, è poco aperta al cambiamento, è molto indietro, molto indietro coi tempi». Questo ventitreenne afferma: «Non mi ritrovo in diverse posizioni che vanno dall’omosessualità, al potere della Chiesa, al fatto che la Chiesa sia sostanzialmente una monarchia (...). Sono molto critico verso tante scelte che fa la Chiesa che secondo me la tengono molto arretrata rispetto alla società contemporanea».
    Nelle interviste delle ricerche sui giovani dell’Osservatorio dell’Istituto Toniolo vi è una convergenza unanime su un aspetto che fa maggiore problema nelle posizioni della Chiesa: è quella che riguarda l’omosessualità, che viene citata al primo posto da quasi tutti gli intervistati come tema che determina una presa di distanza. Non che siano tutti omosessuali, anzi! Ma ritengono che questo sia un tema che non riguarda la fede e la Chiesa. Afferma un ventinovenne: «Se Dio esiste, l'ultimo problema che ha nella terra, nel mondo, nell'universo, è se due persone che si amano siano dello stesso sesso o no». Tutti i temi che riguardano la vita e la famiglia, in misura diversa, sono ritenuti questioni che coinvolgono solo il singolo e la sua coscienza. Lo stile ecclesiale è percepito come vecchio (è l’aggettivo più usato in percentuale per qualificare la Chiesa), noioso, freddo, chiuso. È chiaro che una realtà percepita in questo modo non può risultare attrattiva, interessante, coinvolgente. Occorre anche notare che questo modo di vedere la realtà ecclesiale non appartiene solo ai giovani che hanno deciso di allontanarsi, ma è condiviso anche da quelli che hanno ritenuto di avere qualche ragione per restare, o per tornare. E chissà se non sia condivisa anche da tanti adulti!

    La Chiesa che vorrei

    Vorrei una Chiesa... libera, aperta, accogliente, inclusiva, semplice, povera, leggera, più vicina, attuale, innovativa, comprensiva, autentica, apolitica, umile, rispettosa, gioiosa... Chiudo qui l’elenco degli aggettivi con cui i giovani rappresentano il loro sogno di Chiesa, eppure l’elenco potrebbe continuare: queste qualità parlano di una passione per la Chiesa, espressa da giovani che pure dichiarano di averla abbandonata. Si potrebbe forse dire che molti abbandoni nascono da una passione, ancor prima e ancor più che da un rifiuto; da una ferita che non si rimargina.
    Vi è nei giovani il desiderio di una Chiesa calda, umana, accogliente, come afferma una venticinquenne con un’immagine molto efficace: «La Chiesa dovrebbe essere come una cena a casa di amici, in cui sei libero di parlare di quello che vuoi sapendo che dall’altra parte ci sono persone che ti vogliono bene e che ti ascoltano e che non ti giudicano, a prescindere da quello che tu dica e che tu pensi. E anche sia un momento di convivialità». E poi i giovani vorrebbero una Chiesa in dialogo: con loro e con tutti, non arroccata dogmaticamente sulle proprie posizioni, ma disposta ad ascoltare, a confrontarsi, a mettersi in discussione. I l carattere indiscutibile delle sue posizioni, al di là persino dei contenuti di esse, è già di per sé motivo di lontananza. Quanti dei giovani che hanno preso le distanze dalla Chiesa sono disposti a tornare? Molti rispondono “sì, ma...” “sì, ma a condizione che la Chiesa cambi”, “con questa Chiesa, no”. Si possono riassumere così parecchie risposte degli intervistati. Il rapporto con la Chiesa non è reciso definitivamente, ma non può essere con una Chiesa che dà loro un sapore di antico, di spento, di lontano dalle istanze delle persone di oggi.

    Passi per un nuovo incontro

    C’è un avvicinamento possibile oggi tra il mondo giovanile e la Chiesa? Quali passi si attenderebbero i giovani? In fondo le riflessioni citate sopra lo lasciano già intravedere. Non c’è qualcosa che la Chiesa dovrebbe fare per i giovani, ma piuttosto dovrebbe modificare la propria vita in quegli aspetti che sono motivo di distanza. Non che la Chiesa debba costruire la propria vita e il proprio pensiero sulla base delle richieste, dei giovani o di chicchessia; tuttavia non può non valutare la domanda di autenticità che vi è nelle loro posizioni: andrebbe riconosciuta e meriterebbe una risposta. I giovani non le chiedono di cambiare e basta, ma di farlo nella prospettiva del Vangelo: di mostrare interesse per l’esistenza delle persone e manifestare il desiderio di incontrarsi con quella vita che palpita nella loro coscienza e nel loro cuore, come in quello di molti, non solo giovani.

    (Avvenire, 22 ottobre 2023)

    Segnalazione

    buona politica 

    Paoline 2023 - pp. 224 - € 18,00


    Il contenuto
    Un libro a più mani, scritto da giovani che partono dai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030, per riflettere sulla possibilità di una politica al servizio del bene comune.
    Riscattare la politica, restituendola al suo fine di servizio al bene comune: è questo l’obiettivo di Strade e pensieri per domani, il gruppo di giovani delle zone di Como, Milano e della Valtellina, che ha dato vita a questo libro. Dopo un’analisi del sentimento antipolitico, in cui emerge il cortocircuito di una politica senza respiro, imprigionata nella ricerca del solo consenso, dove il dibattito si riduce a sfida tra cori di opposte tifoserie, il gruppo propone stili e obiettivi differenti. Si punta su una politica che sappia comprendere la complessità, pensare globalmente e agire localmente, dare voce a chi non ne ha, promuovere un’informazione pulita, favorire occasioni di dialogo nella ricerca di uno sviluppo più sostenibile per tutti.
    L’esperienza di condivisione dei membri del gruppo, a partire dallo studio dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030, dimostra che è possibile pensare e vivere la politica come luogo di ascolto e confronto in cui elaborare sogni e visioni che coinvolgano tutti i cittadini.
    Il libro è arricchito dalla postfazione del Cardinal Oscar Cantoni, Vescovo di Como. Che scrive: «Il maggiore difetto di questo libro è, contemporaneamente, il suo più grande valore. Leggendolo è infatti possibile notare, per quanto armonizzate, le tante e diverse mani che lo hanno scritto. Questa opera si rivela così, già nella sua forma, come un messaggio promettente. In un tempo segnato, anche nella politica, dalla ricerca di protagonismi individuali, questi giovani autori ci ricordano che è possibile collaborare a un progetto comune e scrivere insieme pagine nuove».

    Gli Autori
    La caratteristica più interessante del libro sta nel fatto che è un’opera di scrittura collettiva, nata da un lungo percorso insieme e da un’amicizia che è stata l’occasione favorevole per il sorgere di un pensiero autenticamente comunitario.
    Questi gli Autori: Michele Pitino, Gloria Mussetto, Alessandro Bianchi, Anna Caspani, Francesco Cavalleri, Paolo Della Torre, Alessandro Gatti, Francesca Pellegatta, Giulia Tringali.

    La recensione di OR
    Qui una bella recensione di Paolo Bustaffa

     

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    – La letteratura: se iniziassimo davvero a studiarla? (Giovanni Bottiroli)
    – A cosa serve la letteratura? (Mario Barenghi)
    – Cento anni di letteratura italiana (Mario Barenghi)
    – Intervista a Javier Marías (Francesca Borrelli)
    – Miyazawa: solo i bambini sanno il segreto del vento (Matteo Maculotti)
    – Nobel a Annie Ernaux: scrivere la vita (Daniela Brogi)
    – Scuola: mi consigli un libro? (Marco Viscardi)
    – Prof, mi ridice il nome di quel libro? (Giorgia Antonelli)
    – Astrid Lindgren. Una dea per l'infanzia (Giovanna Zoboli)
    – Goliarda Sapienza: scrittura dell’anima nuda (Anna Toscano)
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    – Il Maestro e Margherita (Italo Rosato)
    –  A cosa serve la letteratura? (Mario Barenghi)



    APPROFONDIMENTI

    (da Feeria)

    Le parole del nostro tempo
    Francesco Provinciali


    Una rubrica analitico-prospettica di DOPPIOZERO, rivista culturale on line ed editrice, e di seguito qualche altro articolo interpretante:

    √ Parole per il futuro
    (Bontà, Corpo, Incontro, Buio, Domani, Vulnerabilità, Silenzio, Abitare, Ridere, Respiro, Visioni, Ibrido, Avvenire, Desiderio, Teatro, Abito, Entusiasmo, Caos, Coraggio, Normalessere...)
     

     
    Scrivere pace in mezzo alla guerra
    Benedetta Silj

     
    Apriamo un nuovo importante settore, per il momento con articoli da DOPPIOZERO

    INFOSFERA. Qualche declinazione


    - L’infosfera sta trasformando il mondo
    Giovanni Boccia Artieri

    - Critica della ragion digitale
    Oliviero Ponte Di Pino

    - Un libro: Sociale, digitale
    Trasformazione della cultura e delle reti
    a cura di Bertram Maria Niessen

    - Luciano Floridi, discussione sulla politica digitale
    Francesco Pedrazzoli

    L’IA pensa. E noi?
    Riccardo Manzotti

    L'anima, la coscienza e il computer
    Michela Dall'Aglio

    - Daniel Dennett: che cosa è la coscienza
    Riccardo Manzotti

    - Che cosa fa una coscienza?
    Pino Donghi
    - Conversazione con Anil Seth sulla coscienza
    Riccardo Manzotti 

    Gottschall, bentornato postmoderno
    Felice Cimatti 

    - Byung-Chul Han, Il regime dell'informazione
    Costantino Cossu 

    Creare un mondo di molti mondi
    Ugo Morelli



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