G. Campagnaro - R. Tonelli
(NPG 1969-05-05)
Alle porte di maggio, un po' in quasi tutti gli ambienti educativi, c'è un riarmo generale, per «fare qualcosa di speciale».
Tutti noi siamo convinti dell'importanza della devozione alla Madonna, per la costruzione di una vita cristiana in pienezza. Non è facile, contemporaneamente, moltiplicare lungo l'arco dell'anno iniziative e attività. Per cui, a maggio, ci si rimbocca le maniche con coraggio.
In questo atteggiamento, possono essere presenti due grosse tentazioni:
• Il tendere tutto l'ascolto al modo di fare tradizionale.
La convinzione, oggettiva e condivisa, della reale importanza della devozione alla Madonna, può determinare l'imposizione di un certo ritmo di «pratiche», frutto forse di accettazione formalizzata di una esperienza passata, più che di inventiva pastorale.
Si identifica, tutto sommato, «mese di maggio» (o un tipo di «mese di maggio») con devozione alla Madonna.
E si corre il rischio di fare un cammino solitario, trascinandosi dietro, riottosi e pesanti, i giovani meno pronti a contestare in blocco il nostro modo di fare.
• Il rifiuto acritico di ogni pratica esteriore. È facile addurre la scusa: i giovani non ne vogliono più sapere (per creare un alibi, talvolta, ad un atteggiamento interiore, forse inconsapevole, dell'educatore) e quindi ridurre tutto a qualche iniziativa molto marginale. Con immediata rottura del movimento esistenziale: dall'interiore all'esteriore e viceversa.
Per non correre questo duplice rischio, abbiamo voluto sentire il parere dei giovani.
Sono loro ad essere chiamati in causa: hanno quindi il diritto-dovere di far udire la propria voce.
Da queste riflessioni è nato l'articolo che segue.
Devozione alla Madonna e pratica del «mese di maggio» (il termine stesso di «mese di maggio» è molto analogo: comprende le iniziative più svariate, anche se abitualmente legate ad un filone unico di origine e realizzate secondo schemi abbastanza identificabili) non sono due realtà immediatamente coincidenti, anche se, spesso, risultano di fatto coessenziali.
Il sondaggio, che viene analizzato in questo articolo, ha cercato di farne un discorso separato, proprio per derivare, per l'una e per l'altra, una valutazione operativa, concreta anche se solo largamente indicativa.
I centri d'interesse dell'inchiesta erano due, ben distinti:
• significato, ruolo e valutazione della devozione alla Madonna
• atteggiamento di accettazione o di rifiuto nei confronti del «mese di maggio».
COME È STATO FATTO IL SONDAGGIO
GLI INTERVISTATI
♦ I fogli-inchiesta sono stati inviati a gruppi giovanili (di istituti di educazione, di parrocchie, di movimenti giovanili) con una scelta programmata di ubicazione e di equilibrio.
È stata interessata tutta l'Italia (cfr. tav. I). Ad ogni gruppo giovanile è stato inviato un numero limitato di fogli-inchiesta (35) per evitare che una situazione privilegiata, o di particolare disagio, incidesse, con peso determinante, nella elaborazione dei dati raccolti.
La campionatura pare, quindi, sufficientemente indicativa di una «mentalità» abbastanza comune.
♦ I giovani intervistati (appositamente la ricerca si è ristretta all'arco adolescenti-giovani: cfr. tav. Il) sono dei «nostri ambienti», giovani, cioè, tutto sommato, abbastanza vicini.
La cosa è facilmente documentabile mediante una scorsa veloce delle tavole che raccolgono i risultati:
– gli ambienti di provenienza sono in maggioranza istituti di educazione retti da religiosi-e; gli alunni di «scuole pubbliche» sono una netta minoranza (ed anche tra costoro sono stati intervistati solo quelli legati alla parrocchia o all'oratorio: non è stato mai portato il sondaggio nell'ambiente specifico della scuola);
– tra coloro che rifiutano la devozione alla Madonna, solo lo 0,6% presenta come motivazione il fatto di un rifiuto globale della religione;
– l'alta percentuale (43%) riservata alle «pressioni esterne», cui corrisponde la percentuale di richiesta di maggior libertà (5,2%), spinge a pensare ad un clima positivamente saturo di impegno spirituale.
♦ Le risposte sono state sempre redatte in forma anonima, assicurando un coefficiente certamente alto di libertà.
Una lettura anche affrettata delle risposte (alcune sono riportate più sotto) ne offre decisa conferma.
Tavola I - Gli intervistati
Nord
ragazzi 341 ragazze 100 totali 441
Centro
ragazzi 146 ragazze – totali 146
Sud
ragazzi 34 ragazze 33 totale 67
n° comples.
ragazzi 506 ragazze 148 totali 654
%
ragazzi 77,4 ragazze 22,6 totali 100
Tavola II – Età
Età n. %
– 15 anni 16 2,4
15 anni 55 8,4
16 anni 144 22,1
17 anni 167 25,5
18 anni 155 23,8
19 anni 49 7,5
20 anni 28 4,2
21 anni 9 1,3
22 anni 8 1,2
+ 22 anni 5 0,8
Nessuna risposta 18 2,8
Tavola III - Provenienza
n° inter. % n° gruppi
istituto di educazione (internato) 273 41,7 8
istituto di educazione (esternato) 252 38,6 9
gruppi giovanili parrocchiali 129 19,7 5
totali 654 100 22
LE DOMANDE
♦ Il sondaggio è stato effettuato mediante 4 domande aperte che esigevano una risposta discorsiva ed una 5a domanda a risposta guidata. Il tenore delle domande ha permesso un certo dialogo ed ha presentato una buona panoramica del clima generale del singolo giovane e del gruppo: molto spesso le affermazioni inserite in una risposta ritornavano smarginate e in chiave di approfondimento nelle altre.
Per questo l'elaborazione dei dati ha richiesto uno studio attento e impegnativo, per non disperdere, nel generico, molte affermazioni significative e dense di contenuto.
♦ Qualche domanda poteva forse indurre ad una visione piuttosto negativa.
Lo abbiamo fatto appositamente, per invogliare ad un discorso molto sincero (la constatazione che non cercavamo affatto un tipo di risposta standard, comoda ed edulcorata, ci pare costruttiva e stimolante), per impegnare a valutare in forma critica atteggiamenti e modi di fare troppo spesso subiti passivamente, e, soprattutto, per portare la riflessione in profondità, denunciando il generico e qualunquista «è importante» non motivato e quindi non condiviso.
Riportiamo il testo delle domande, anche perché possono essere utili come traccia di conversazione sull'argomento.
1. Che significato assume e che ruolo gioca nella tua vita la devozione alla Madonna?
Ti pare qualcosa di entusiasmante, di importante, di inutile, di controproducente?
2. Ammesso che la devozione alla Madonna faccia un po' parte del tuo clima di vita religiosa, ti pare che questo provenga da un atteggiamento di spontaneità, di riflessione personale convinta o invece da pressione esterna (genitori, educatori, ambiente, ecc.)?
3. Affiorano grosse difficoltà o dubbi o elementi di contestazione in te, quando ti si invita alla devozione alla Madonna?
4. Le pratiche che caratterizzano il «mese di maggio» e il fatto stesso del «mese di maggio», dicono ancora qualcosa alla tua vita?
Che cosa di quanto abitualmente viene fatto accetti; che cosa contesti; che cosa proporresti in sostituzione?
5. Se dovessi classificare i momenti di particolare sensibilità spirituale che possono aver caratterizzato il tuo «mese di maggio» dell'anno scorso, con una cifra da 0 a 10, in cui 0 indica il massimo di disinteresse e di partecipazione solamente esterna e subita, e 10 il massimo di interesse e di presenza personale gioiosa,
che voto ti daresti?
IMPORTANZA DELLA DEVOZIONE ALLA MADONNA
La stragrande maggioranza degli intervistati afferma l'importanza della devozione alla Madonna (cfr. tav. IV).
La constatazione è motivata, anche se gli indici di motivazione sono in genere piuttosto bassi perché la domanda non richiedeva espressamente una riflessione personale sui motivi, e soprattutto perché spesso alcuni di coloro che ne affermano a chiari termini l'importanza, dicono di non trovare poi adeguato riscontro nella vita pratica, nell'impegno di formazione cristiana. Vari giovani rifiutano praticamente la presenza della Madonna nella propria vita, ma ne dichiarano l'importanza teorica e quasi una forte, inconscia, nostalgia.
Può essere, questo, un motivo deciso per rivedere la nostra pastorale mariana: Maria, nella luce dei documenti conciliari, è madre (il fatto è abbastanza sentito: il 25,5% e il 14,9% delle motivazioni indicano questa via) e modello di comportamento: è colei che «cammina davanti» al popolo di Dio nella faticosa marcia di ritorno alla casa del Padre (aspetto quasi totalmente assente nelle risposte).
A conforto, può essere sottolineato che il motivo più forte di rifiuto è una presentazione riconosciuta come malfatta (5,9%).
Tavola IV - la domanda:
Quale significato assume e che ruolo gioca nella vita la devozione alla Madonna
N° risp. %
È stimata importante e quindi: 416 63,6
– accettata con entusiasmo 96 14,6
– condivisa in momenti di riflessione 33 5,04
per questi motivi
– mi porta a Cristo 22 3,3
– aiuta nei problemi di fede 22 3,3
– aiuta nelle lotte per la purezza 22 3,3
– aiuta a pregare 14 2,1
– aiuta a porsi al servizio degli altri 9 1,3
– aiuta a conservarsi umili 6 0,9
– aiuta a sperare 7 1,07
– aiuta ad un maggior impegno
personale 23 3,5
– è un elemento di formazione 46 7
– «come madre ci capisce» 98 14,9
– si può ricorrere a lei nei momenti
di bisogno 167 25,5
– perché è madre di Gesù 47 7,1
– motivi di sentimento 10 1,5
Assume un ruolo incerto e oscillante 135 20,6
– per indifferenza 99 15,1
– ci si ricorda solo nelle difficoltà 21 3,2
– ci si ricorda solo nelle feste 3 0,4
Rifiuto deciso 89 13,6
per questi motivi
– è ridicola 7 1,07
è sorpassata 8 1,2
è cosa infantile 12 1,8
bastano Dio e Cristo 22 3,3
non dice più niente 32 4,8
– è cosa femminile 2 0,3
– è stata rifiutata la religione in generale 4 0,6
– è presentata molto male 39 5,9
Si esprime desiderio di maggior
conoscenza 33 5,04
Nessuna risposta 14 2,2
AFFERMAZIONI SIGNIFICATIVA
La devozione alla Madonna è importante
* Trovo più facile pregare e chiedere grazie alla Madonna anziché a Dio, poiché la Madonna è più vicina a me di quanto non lo sia Dio, sia come figura più semplice e immaginabile, sia come facilità di dialogo. (18 - m)
* Che cos'è la devozione alla Madonna? (è un bruttissimo termine!!!). Maria non è una bella bambola, è una donna che ha «sofferto», «amato», patito, pianto. Non ha senso ripetere belle frasette quando dentro non c'è niente. La mia devozione consiste nel farla entrare «realmente» nella mia insignificante vita, raccontarle le mie cose, trattarla come se fosse presente «fisicamente» anche in mezzo a noi. Accettarla totalmente: ecco il mio problema. Ma un giorno arriverò a lei con tutta me stessa, arriverò anche se dovessi consumare tutte le mie forze. Vale la pena. (17 - f)
* La Madonna è per me una «persona» che sento forse più vicina a me di quanto non lo sia Cristo. È come se fosse veramente una mamma a cui ci si può affidare sperando in un aiuto. È come un «ponte» fra me e Dio, una sicurezza di comprensione e di amore proprio della mamma verso le sue creature. (18 - f)
* Nella mia vita la devozione alla Madonna assume un ruolo entusiasmante ed importante. Infatti mi entusiasma il pensiero di avere come madre la madre di Dio che è infinitamente buona e mi vuole un bene immenso. (16 - m)
È fuori dalla vita
* Nella mia vita la Madonna non ha mai avuto un ruolo importante. L'ho sempre vista un po' staccata dalla mia vita spirituale. L'ho sempre considerata come un bel quadretto familiare, ma non mi ha mai entusiasmato. Al massimo per lei ho sentito un po' di ammirazione. (18 - m)
* Io non sono ateo, sto solo attraversando una fase critica della mia giovinezza; riesco ad essere sincero con la Madonna solo quando dico le tre Ave Maria serali. Non rappresenta qualcosa di entusiasmante, ma neanche di inutile, è come una madre più grande alla quale confesso con animo sincero le mie colpe e chiedo perdono; non dò massima importanza alla devozione in essa. (17 - m)
* Credo di non poter parlare di devozione alla Madonna. Mi sembra una dea, una dea che mi avvolge nel suo grande mantello di mamma; così come Venere è la dea dell'amore, la Madonna mi sembra il prototipo della mamma, una mamma divinizzata. A volte mi sembra qualcosa di inutile, spesso mi fa piangere. (18 - m)
* La devozione assume un significato quasi nullo in quanto poca o nulla è la mia devozione. Se mi si permette il paragone essa ha nella mia vita un ruolo simile a quello del «raccattapalle» nel gioco del calcio. Ossia un ruolo di secondo piano. (18 - m)
Nostalgia di Maria
* Molte volte penso alla necessità di una devozione alla Madonna, però, distratta da altri problemi, tralascio di dedicarmi con ardore autentico alla Madonna. Tuttavia credo sia una cosa che, se compresa a fondo, diventa entusiasmante. (16 - f)
* A volte molto, a volte niente. Quando mi trovo «a terra», malinconica, incompresa, l'unico sollievo è quello di «aggrapparmi» all'idea di Maria SS. e la sento veramente come madre. Quando invece tutto fila liscio, l'idea di Maria SS. rimane annebbiata e lontana. (16 - f)
* Purtroppo, la devozione alla Madonna, non è più un fatto sincero e spiritualmente vivo come dovrebbe essere. Sarà anche il poco tempo a disposizione (lavoro + scuola + ... divertimenti). Il mondo moderno ci attira troppo e ci offre troppe possibilità di distrazione. Con rimpianto, però, perché in fondo ci si accorge che la cosa più bella è proprio una confidenza, un ripiego spirituale. E qual è il più bello se non quello per la Madonna? (18 - m)
La funzione di Maria
* Non mi pare molto importante la devozione alla Madonna. Mi pare invece importante riconoscere per fede la sua funzione nella storia della salvezza. t ora di finirla con le «devozioni». Anche i pagani possono essere devoti, ma solo i cristiani sono fedeli. Credo in Gesù Figlio di Dio, che ci dona lo Spirito Santo. Maria è madre di Gesù Dio, ma non sono devoto di nessuno e di niente. (21 - m)
ACCETTAZIONE, SPONTANEITÀ
E CONTESTAZIONI
Le domande 2 e 3 (analizzate nelle tav. V e VI) indicano i livelli di spontaneità e di accettazione nei confronti della devozione alla Madonna. Possono presentare un quadro graffiante di riflessione.
♦ Il desiderio dei giovani è decisamente proteso verso la libertà. Ma l'educatore non può, evidentemente, rinunciare a giocare le sue carte e a porre sul tappeto le sue proposte.
Non sempre tutto questo, però, è stato fatto nel rispetto della personalità dell'educando.
Il 43% degli intervistati riconosce che l'origine della propria devozione è frutto di pressioni esterne (genitori, educatori, ambiente).
♦ Il 22,6% trova, nell'attuale grafia mariana, motivi di contestazione. Il fenomeno può essere, superficialmente, accantonato tra le mode correnti. O può diventare, molto più costruttivamente, motivo di ripensamento e di qualificazione.
Tanto più che gli indici più alti sono relativi a situazioni di cui siamo, per buona parte, noi i responsabili:
– un tipo di presentazione della Madonna ritenuto ormai sorpassato (e forse non sempre a torto): 12,5%
– una serie di pratiche stimate inutili o non adatte ai tempi: 12,8% + 16,2%
Tavola V - 20, domanda:
Se la devozione alla Madonna fa parte del clima di vita religiosa, da che cosa proviene questo atteggiamento?
n° risp. %
La devozione alla Madonna è spontanea 296 45,2
– nasce da riflessione personale convinta 279 42,6
– da una interna esigenza 55 8,4
– da interesse 10 1,5
dal fatto che Maria è donna e madre 17 2,6
La devozione alla Madonna è frutto
di pressioni esterne 281 43
– dei genitori 77 11,7
– degli educatori 91 13,9
– dell'ambiente 76 11,6
La devozione alla Madonna non fa parte
della vita 63 9,6
– non voglio averla 9 1,3
– si desidererebbe una vera devozione
anche se di fatto non c'è 18 2,7
Nessuna risposta 14 2,2
Tavola VI - 3a domanda:
Accettazione, contestazione e dubbi nei confronti della Madonna
n° risp. %
Accettazione
– per convinzione personale 34 52,9
– perché si accetta in genere
la religione 22 3,3
– per abitudine 18 2,7
– per indifferenza 36 5,5
Ci sono motivi di contestazione 148 22,6
e in concreto i seguenti
– presentazione ormai sorpassata 82 12,5
– una serie di pratiche inutili 84 12,8
– pratiche di pietà non adatte
ai tempi 106 16,2
– dogmi mariani 19 2,9
è un fatto inutile 16 2,4
Affiorano dubbi 65 25,2
- sulla verginità 28 4,2
– sulla assunzione 4 0,6
- su altri dogmi 9 1,3
Non ci si è mai posto simile problema 31 4,7
AFFERMAZIONI SIGNIFICATIVE
A proposito di spontaneità
* Per me la devozione alla Madonna, come del resto quella a Dio, è qualche cosa di personale e di intimo e quindi alla recita meccanica del rosario preferisco e voglio senz'altro un dialogo fra me e lei, solitario e tranquillo. Oggetto di contestazione potrebbe quindi essere l'invito stesso alla sua devozione, in quanto questa deve essere frutto dell'amore del cristiano. Frutto spontaneo e che quindi non dovrebbe essere sollecitato da altri. (18 - f)
* Vorrei solo che la si rendesse più reale, e che non ci venga presentata come colei che da una porta segreta faccia entrare tutti, anche i non meritevoli, ma ci si presenti una persona reale, non un personaggio quasi da favola. (16 - m)
* Io credo che per sentire veramente la presenza della Madonna dovrei convincermene personalmente senza forzature; ma benché lo desideri molto, non so trovare un mezzo valido per questo. (17 - f)
* Quella poca devozione che ho per la Madonna proviene, se devo dire sinceramente, dalla pressione esterna dei miei educatori e dall'ambiente religioso che mi circonda. Questo mi spaventa in quanto molte volte mi chiedo cosa succederà al mio cristianesimo quando uscirò di qui. (17 - f)
* Direi di avere «scoperto» la Madonna solo da quando è sorto in me il problema della purezza. Per questo il mio atteggiamento è spontaneo. (16 - m)
IL MESE DI MAGGIO
Le contestazioni denunciate precedentemente ad un certo tipo di pratiche di pietà, aprono facilmente il discorso sul «mese di maggio».
♦ Il 46,8% dei giovani intervistati afferma l'importanza di un mese speciale, caratterizzato da qualche iniziativa particolare, nel contesto della devozione alla Madonna; contro l'11,3% che si pone il problema del perché di un mese speciale: la devozione alla Madonna viene accettata, globalmente, ciò che viene rifiutato è il modo di attuazione. Soltanto il 30,1% di coloro che ne dichiarano l'importanza desidera che il «mese di maggio» continui a sussistere così come è attualmente. Molti chiedono varianti; altri, più realisti, avanzano proposte sostitutive o integrative (cfr. tav. IX).
♦ Ci pare però che una valutazione disponibile del fenomeno non possa fermarsi al 46,8% di positività, adagiandosi nella comoda poltrona del «va tutto bene così».
Già lo scarto tra coloro che affermano l'importanza della devozione alla Madonna (tav. IV: 63,6%) e coloro che approvano il «mese di maggio» (46,8%) è notevole.
Se vengono poi sommate le voci negative (anche se con oscillazioni diverse) della tavola VII: 11,3% (devozione, sì; maggio, no) -h 18,8% (indifferenti) + 17,5% (rifiuto), otteniamo una percentuale molto alta, che non può lasciare indifferenti (47,6% + 16,2% di coloro che chiedono variazioni).
♦ È indicativa anche la tavola VIII che raccoglie una valutazione in decimi che ogni intervistato ha dato a se stesso, ripensando al livello di partecipazione alle iniziative attuate durante il maggio del 1968.
♦ La conclusione non può essere pessimista: molti giovani desiderano un impegno preciso e concreto (cfr. tav. IX): vogliono fare qualcosa, perché sono convinti della insostituibilità della Madonna nella propria vita.
Dobbiamo «inventare» qualcosa di attuale, di vero, di costruttivo: dobbiamo avere il coraggio di una revisione continua di metodo, per non correre il grosso rischio di far strada, da soli.
Tavola VII - 4a domanda:
Valutazione sulla pratica del «mese di maggio»
n° risposte %
Il «mese di maggio» è ritenuto importante 306 46,8
– va conservato così come è 197 30,1
– è necessario operare variazioni 106 16,2
– è stimato di grande aiuto ad un
maggior impegno personale 43 6,5
– si chiede maggior libertà 34 5,2
Devozione alla Madonna, sì;
«mese di maggio», no! 74 11,3
Il problema lascia indifferenti 123 18,8
Non dice più nulla: rifiuto totale 115 17,5
Nessuna risposta 36 5,6
Pratiche di pietà contestate:
– rosario 41 6,2
– pratiche «devozionalistiche» 122 18,6
– tipo di predicazione usuale 40 6,1
Tavola VIII - 5a domanda:
Valutazione in decimi sulla partecipazione al «mese di maggio» dello scorso anno:
0 = massimo di disinteresse e di partecipazione solamente esterna e subita
10 = massimo di interesse e presenza personale gioiosa.
valutazione n° risp. %
0 71 10,6
1 36 5,5
2 40 6,1
3 41 6,2
4 54 8,2
5 106 16,2
6 84 12,8
7 59 9,1
8 57 8,7
9 9 1,3
10 12 1,8
Nessuna risp. 85 13,2
Tavola XI
Suggerimenti sostitutivi o integrativi del «mese di maggio»
1. Studio più approfondito sulla Madonna (dai Documenti Conciliari)
2. Momenti di riflessione, a gruppi, su temi di forte interesse giovanile
3. Giornate di ritiro
4. Recita del rosario, legato ai problemi di attualità (al posto dei misteri o accanto agli stessi)
5. Impegno di servizio e di carità concreta verso poveri, paesi sottosviluppati, ecc.
6. Impegno più fattivo di apostolato
7. Pellegrinaggi, fortemente impegnati
AFFERMAZIONI SIGNIFICATIVE
Importanza del «mese di maggio»
* Il mese di maggio è il periodo in cui sento maggiormente il desiderio di una devozione alla Madonna. È un periodo che mi ha dato serenità d'animo fin da quando ero bambina e ora non voglio perdere questa gioia solo perché le pratiche sono un po' noiose. (17 - f)
Non dice nulla
* Il mese di maggio per me non ha quasi più significato perché è diventato una cosa abituale che ricevo con passività. Delle cose che si fanno abitualmente non ne accetto neanche una e proporrei di impegnare i giovani in opere di carità piuttosto che farli andare a recitare il rosario o altre cose del genere quando le accettano malvolentieri. (15 - m)
* Il mese di maggio è una grande e bella «messa in scena» vuota; poche ragazze si rendono conto di quello che fanno. Mi piace nel mese di maggio partecipare alla S. Messa. Contesto il controllo di chi partecipa e gradirei maggior libertà perché le cose fatte in massa sono proprie degli animali. (18 - f)
* Le pratiche le accetto, così per abitudine, però le abolirei e lascerei all'individuo la coscienza, il desiderio, il bisogno di rifugiarsi nella Madonna perché per me è madre. (18 - f)
Perché un mese speciale?
* Maggio è uno dei dodici mesi dell'anno, quindi a me non dice proprio niente. (18 - m)
* No, o almeno molto poco, perché personalmente non vedo la necessità di dare un volto e una caratteristica particolare a un determinato mese o a un altro nell'ambito della nostra vita spirituale. Mi sembra che il tutto, come svolto fino a questo momento, si riduca a una festa folkloristica. (19 - m)
* Ogni anno, quando arriva il mese di maggio, si ritorna al solito ritornello: «Devozione alla Madonna». Perché solo nel mese di maggio? Inoltre, sacerdoti ed educatori dovrebbero farci conoscere la Madonna in modo più completo, più concreto, più vicino alla nostra comprensione. (17 - f)
* Il mese di maggio è abbastanza ridicolo, come se l'anima potesse o dovesse ricordarsi della Madonna a comando dal primo giorno all'ultimo di questo mese. In sostituzione non proporrei nulla perché si prega e si pensa secondo i propri sentimenti e non con il Calendario! (17 - m)
* Più che «dirmi ancora qualcosa», «non mi ha detto qualcosa». Probabilmente la mancanza dipende dal mio scarso slancio. Per me che ci sia o no il mese di maggio è del tutto indifferente. Non nel senso che mi sia indifferente il culto alla Madonna, ma nel senso che: perché proprio nel mese di maggio? (17 - m)
Basta col formalismo
* La devozione alla Madonna non ha finora assunto un ruolo importante forse perché ancora non ho raggiunto una completa maturazione religiosa. Nel mese di maggio ho assistito a molte funzioni ma solo esteriormente senza sentire in me qualcosa di importante e di entusiasmante. Per me la devozione alla Madonna fa parte sì del mio clima di vita religiosa per il fatto che questo mi viene imposto dall'ambiente e dai miei educatori. (17 - m)
* Non dice più nulla il mese di maggio nella mia vita. Non accetto niente o quasi, contesto tutto o quasi; proporrei di non fare proprio niente. Questo mio pensiero deriva dal fatto che sono tremendamente disgustato dal modo con cui queste cose vengono organizzate, specialmente da parte degli educatori, che in alcuni casi diventano persino ipocriti. (17 - m)
* Veramente a me non piacciono molto quelle pratiche che sono puramente formali e spesso arrecano più danno che beneficio perché fanno consistere la devozione solamente in qualche pratica non sentita. (17 - f)
* Sì; dice ancora qualche cosa, anche se la mia partecipazione è diversa da quella richiesta dal padre spirituale. Io sono contrario ad ogni forma di prescrizione e proporrei di lasciare ampia libertà d'azione seguendo ognuno il proprio cuore e i propri sentimenti. (16 - m)
ALCUNE IMPRESSIONI CONCLUSIVE
Le risposte, moltissime davvero sincere e frutto di riflessione (anche la parziale rassegna presentata lo conferma), difficilmente accettano di essere racchiuse in grafici: come la vita, traboccano d'ogni parte.
Per questo, a conclusione, ci permettiamo di sottolineare alcune impressioni che sono fiorite nei compilatori dopo la lettura di tutti i questionari.
1. I nostri giovani hanno in genere una conoscenza della Madonna assai povera e molto superficiale.
2. Esiste, però, nonostante tutto, una forte nostalgia a far entrare la Madonna nella propria vita, a farle spazio: sono pochissimi coloro che rifiutano tutto in blocco, con acrimonia o con atteggiamento distaccato.
3. Si è notato che i ragazzi che vanno dai 14 ai 16 anni mostrano un atteggiamento di fiducia verso la Madonna. Molti, poi, lo perdono successivamente.
Per le ragazze avviene il contrario: verso i 14, 15 anni, vorrebbero non pensarci, quasi per liberarsi di una realtà troppo impegnativa; nelle più adulte, invece, c'è un forte movimento di ritorno, verso la fiducia e la conquista di una devozione personale.
4. I giovani attendono molto dai loro educatori: sono affamati di libertà, di spontaneità, ma sono alla ricerca di qualcuno che dia loro gioia e fiducia. Chiedono che si parli la loro lingua, e siano vissuti i loro interessi, anche nella vita religiosa.
Questo studio può essere un servizio, per costruirci sempre più realisti e possibilisti.
Ora, dovrebbe iniziare il discorso costruttivo: che cosa dunque, è doveroso fare?
La proposta fiorisce spontanea dall'impegno pastorale di ogni educatore, quando ha preso coscienza dei fatti, dei «suoi» fatti.
Per questo, non ci sono ricette a talismano.
Suggeriamo, come indicazione di lavoro:
• per i contenuti teologici della devozione alla Madonna:
Gozzelino, Che cosa può dire ancora ai giovani d'oggi la devozione alla Madonna,
in Note di Pastorale Giovanile, 1968-5, pag. 5 ss.
(interessante anche la nota bibliografica)
• per una proposta di metodologia:
Tonelli, Come utilizzare il sussidio «Con Maria alla scoperta della mia fede»,
in Note di Pastorale Giovanile, 1969-5, pag. 71 ss.