Campagna 
    abbonamenti

    QuartinoNPG2024


    Letti 
    & apprezzati

    articoli


    Il numero di NPG
    novembre 2023
    NL NOVEMBRE 23


    Il numero di NPG
    sett.-ottobre 2023
    NL SETTEMBRE-OTTOBRE 23


    Newsletter
    novembre 2023
    NOVEMBRE 23


    Newsletter
    sett.-ottobre 2023
    aprile-maggio 23


    P. Pino Puglisi
    e NPG
    PPP e NPG


    Post it

    • On line il numero di NOVEMBRE, sull'educazione alla pace, e quello di SETTEMBRE-OTTOBRE, sulla cultura giovanile.  E qui le corrispondenti NEWSLETTER: novembresettembre-ottobre.
    • Attivate nel sito (colonna di destra) tre nuove rubriche per il 2023.
    • Linkati tutti i DOSSIER del 2019 col corrispettivo PDF.
    • Messa on line l'ANNATA 2019: 94 articoli usufruibili per la lettura, lo studio, la pratica, la diffusione (citando gentilmente la fonte).
    • Due nuove rubriche on line: RECENSIONI E SEGNALAZIONI. I libri recenti più interessanti e utili per l'operatore pastorale, e PENSIERI, PAROLE

    Le ANNATE di NPG 
    1967-2023 

    annateNPG


    I DOSSIER di NPG 
    (dall'ultimo ai primi) 

    165 dossier


    Le RUBRICHE NPG 
    (in ordine alfabetico
    e cronologico)
     

    165 rubriche


    Gli AUTORI di NPG
    ieri e oggi

    165 autori


    Gli EDITORIALI NPG 
    1967-2023 

    165 editoriali


    VOCI TEMATICHE 
    di NPG
    (in ordine alfabetico) 

    165 voci npg 2


    I LIBRI di NPG 
    Giovani e ragazzi,
    educazione, pastorale

    165 libri 


    I SEMPREVERDI
    I migliori DOSSIER NPG
    fino al 2000 

    165 vintage


    Animazione,
    animatori, sussidi

    animatori



    WEB TV

    webtvpic


    NPG Facebook

    facebook


    NPG Twitter

    twitter


    sitica1


    Note di pastorale giovanile
    via Giacomo Costamagna 6
    00181 Roma

    Telefono
    06 4940442

    Email

    Una specie di definizione di narrazione



    R. Tonelli - L. A. Gallo - M. Pollo

    (NPG 1992-03-37)


    Non abbiamo nessuna intenzione di dare, in conclusione, una definizione di narrazione a regola d'arte. Non lo possiamo fare per timore di racchiudere in un gioco di formule quel vissuto che lega persona a persona nello scambio di ragioni per vivere e per sperare.
    Facciamo un'operazione più coerente con lo stile della narrazione: suggeriamo, tra il descrittivo e l'evocativo, qualche punto di riferimento, una specie di "decalogo" della nuova narrazione.

    1. Una persona, un gruppo di credenti, una comunità si è trovata immersa in una storia che ha dato vita e speranza. Sente il bisogno e la gioia di continuare a raccontare questa storia di vita.
    Racconta "storie vissute": l'avventura di salvezza narrata nella Bibbia, la storia di Gesù, la storia della Chiesa, la storia di chi narra e di coloro a cui si narra, come unica grande storia di vita e di speranza. Non inventa favole ad esito felice. Ma mostra l'esito imprevedibilmente felice di queste storie della vita quotidiana, per la potenza misteriosa del Dio della vita.

    2. La storia narrata è una esperienza di vita, capace di diventare esperienza di salvezza e messaggio di speranza. Chi narra queste storie rende trasparente il dono di salvezza contenuto nell'evento raccontato, attraverso la forza evocativa del racconto.
    Tra gli eventi di salvezza e il racconto di questi eventi c'è quel rapporto sacramentale che caratterizza il dialogo d'amore tra Dio e l'uomo. Il racconto non salva né fa aumentare la fede. Solo l'evento salva. Il racconto lo rende un po' più trasparente, rivelando la sua capacità di provocazione e sostenendo la capacità di decisione.
    Il narratore riconosce la grande responsabilità che gli è affidata. Egli può aumentare o deprimere la forza evocativa del racconto e, di conseguenza, la sua funzione salvifica.

    3. Il narratore riconosce che i fatti narrati sono molto più grandi di quello che riesce a fare e a dire nella sua vita. In qualche modo, riconosce che essi non gli appartengono mai totalmente, anche se sono sempre un frammento importante della sua esistenza quotidiana.
    Racconta perciò di cose più impegnative e più grandi di quelle che riesce a realizzare, con il coraggio e la forza che proviene dalla certezza di sentirsi all'interno di una lunga catena di narratori che riporta al grande narratore che è Gesù e a coloro che hanno riempito la storia della novità sperimentata in lui.

    4. Narriamo quello che abbiamo sperimentato, perché altri possano fare la stessa esperienza gioiosa. La vita che diventa nuova e vince sulla morte: questa è la grande esperienza che la narrazione vuole suscitare.
    Non raccontiamo storie orientate a dare nuove informazioni e neppure raccontiamo per suscitare interesse e meraviglia. Raccontiamo per generare alla vita. Raccontiamo per costruire vita dove c'è morte, per dare senso alla vita nonostante la morte, per sollecitare ciascuno a dare la propria vita perché tutti ne abbiano in abbondanza.

    5. Impegnata per la vita, la narrazione è costituita di fatti e parole: fatti interpretati dalle parole e parole che spingono verso i fatti. Il narratore dà vita nel presente, ricordando la vittoria della vita sulla morte, attraverso le parole che sono memoria dei grandi eventi di salvezza che Dio ha disseminato nel passato; e anticipando, con gesti concreti nel piccolo e nel quotidiano, la speranza che viene dal futuro.

    6. La narrazione è il dono della comunità ecclesiale a tutti gli uomini che amano la vita e ne cercano consistenza e senso. Per questo nasce dalla comunità ecclesiale ma si apre verso la storia, le attese e i progetti degli uomini tutti. Nell'unica storia raccontata si intrecciano così tre differenti storie: i grandi eventi di salvezza che la comunità ecclesiale continua a proclamare per la vita e la speranza del mondo; l'esperienza trepida e fiduciosa di chi racconta; le attese, le speranze, le gioie e i dolori di coloro a cui si rivolge il racconto, che la comunità ecclesiale sente così intensamente come proprie da trasformarle in parole per dire la sua fede.
    Narrando questa storia, la comunità ecclesiale cresce come comunità per il Regno di Dio.

    7. Attraverso la narrazione il credente e la comunità ecclesiale esercita il suo fondamentale compito di "educare". Ha un progetto da comunicare. Lo propone con forza perché ne riconosce la capacità liberante. Lo indica in tutta la sua organicità e sistematicità, per riportare ogni persona in un orizzonte impegnativo, capace di valutare ed elaborare la propria soggettività. Propone contenuti e cerca relazioni positive.
    Fa tutto questo però non in modo impositivo. Lo fa "raccontando storie": per scatenare la libertà e la responsabilità dell'interlocutore attraverso la scelta di modelli evocativi.

    8. La narrazione provoca verso decisioni libere e responsabili non perché lo sviluppo del racconto è intercalato dall'invito a decidersi, ma perché è facile sperimentare quanto la storia narrata sia un pezzo della propria storia personale.
    Essa sollecita chi narra e colui a cui si narra ad esprimersi in quello spazio di silenzio e di solitudine dove prendiamo, nella sofferenza e nella libertà, le decisioni più importanti dell'esistenza.
    Per favorire decisioni liberi e responsabili, dal silenzio dell'interiorità, il racconto si sviluppa in uno stile fatto di sobrietà narrativa, di trasparenza, di capacità di autocoinvolgimento per la testimonianza del narratore, di spontanea e continua interpretazione del messaggio contenuto, di affidamento a quegli eventi grandi e misteriosi che sono la forza della narrazione.

    9. L'attenzione all'educativo spinge chi vuole evangelizzare narrando a programmare con una esplicita e costante attenzione al livello di maturità, umana e cristiana, degli interlocutori.
    Una buona narrazione diventa, nello stesso tempo, anche invito a maturare, perché vuole suscitare domande inedite e sostenere risposte coraggiose.

    10. La narrazione non è l'unico modo di fare evangelizzazione. Il buon evangelizzatore sa trovare nel tesoro della sua esperienza e della sua passione "cose nuove e cose antiche".
    La narrazione rappresenta però il clima ideale per restituire alla Parola la sua forza accogliente e provocante. Per questo è prima di tutto un modo globale di entrare in rapporto con gli altri per testimoniare, annunciare e celebrare il Signore della vita.


    NOVITÀ

    Di felicità, d'amore,
    di morte e altro
    (Dio compreso)
    Chiara e don Massimo
    chiara massimo


    Ritratti di adolescenti
    A cura del MGS


    Pensieri, parole
    ed emozioni
    articoli


    Quello in cui crediamo
    Giovani e ricerca
    Rivista "Testimonianze"

    fiori albero


    rubriche

    Abitare la Parola
    Incontrare Gesù
    articoli


    Dove incontrare
    oggi il Signore
    articoli


    PG: apprendistato
    alla vita cristiana
    articoli


    Evoluzione della
    pedagogia salesiana
     alt=


    Il filo di Arianna
    della politica
    edu civica


    Europa, giovani, PG
    Interviste ai responsabili
    articoli


    Vescovi e giovani
    Un dialogo "sinodale"
    articoli


    Recensioni  
    e SEGNALAZIONI
    articoli


    Assetati d'eterno 
    Nostalgia di Dio e arte
    articoli


    Grammatica
    e cantieri
    di sinodalità
    patto educazione


    Maestro di
    vita spirituale
    Francesco di Sales e i giovani
    patto educazione


    Passeggiate nel 
    mondo contemporaneo
    200 citta


    Santi giovani
    e giovinezza dei Santi
    200 cop santi

    invetrina2

    Etty Hillesum
    una spiritualità
    per i giovani
     Etty


    Semi e cammini 
    di spiritualità
    Il senso nei frammenti
    spighe


    Un giorno di maggio 
    La canzone del sito
    Margherita Pirri 

     

    Main Menu