Schede di lavoro
Suggerimenti per l’utilizzazione
(NPG 2009-09-56)
Come contributo per vivere intensamente l’«anno paolino» e soprattutto per approfondire – personalmente e in gruppo – il confronto con il progetto di vista cristiana che Paolo ci propone, NPG ha programmato una rubrica speciale.
Essa si compone di due generi di materiale… con l’esplicita raccomandazione di integrarli con un terzo:
– un articolo di studio a tema, preparato da uno specialista;
– una scheda di lavoro per aiutare, singoli e gruppi, a ripensare la proposta all’interno della nostra vita quotidiana;
– un invito caldissimo (questo è il terzo componente: il più decisivo) a riprendere in mano soprattutto il Nuovo Testamento e a rileggere con calma e capacità di riflessione, i testi a cui rimandano gli articoli di studio.
Le note che seguono fanno riferimento alle «schede di lavoro», per suggerire una utilizzazione intelligente.
L’obiettivo delle schede
Le schede sono pensate e realizzate con due intenzioni esplicite. A queste due – previste dall’autore – ogni lettore e ogni gruppo può evidentemente aggiungere le proprie.
Il primo obiettivo è legato al «tema». Il secondo alla sua attualizzazione nell’oggi ecclesiale.
Primo obiettivo: il tema
L’articolo, nei testi paolini citati, affronta una questione, precisa e concreta: la conversione, l’autorità nella Chiesa, la ricerca di Dio… per fare qualche esempio, richiamando alcuni contributi in via di pubblicazione.
L’autore colloca il tema in un quadro ampio e approfondito di riflessioni. Esse sono costituite dal richiamo esplicito a testi paolini e alla articolazione sistematica che ogni autore propone. La sua competenza merita tutta la nostra fiducia e, di conseguenza, la sintesi che propone sul tema analizzato, aiuta veramente a concentrare la nostra attenzione su una precisa e specifica questione.
Qualche volta la questione appare immediatamente. Altre volte, lo sviluppo della ricerca e i frequenti rimandi richiedono una rilettura del contributo per mettere a fuoco la proposta in sintesi e la sua attualità.
La scheda tenta di aiutare il lettore a percorrere in filigrana il contributo (testi paolini e organizzazione del pensiero dell’autore) per andare al nocciolo della questione. Certo, quello che viene evidenziato dipende molto dalla sensibilità dell’autore della scheda. Va ricordato: la scheda è uno strumento, non una indicazione obbligante.
Secondo obiettivo: l’attualizzazione
Il secondo obiettivo è legato alla attualizzazione. A questo livello entra in gioco… la chiave ermeneutica. Paolo aveva davanti al suo sguardo problemi concreti e inquietanti. Ispirato dallo Spirito che guida la sua esperienza, riflette e fa proposte a partire da questi problemi. Alcune volte sono anche i nostri, quasi alla lettera. La scheda li ricorda per metterci davanti qualcosa che davvero ci coinvolge, senza eccessivi aggiustamenti. Altre volte, invece, si richiede una rilettura del problema che Paolo affronta per ridirlo nelle categorie dell’oggi, dopo averlo compreso nel suo significato più autentico.
Per capirci, basta pensare alla questione della «circoncisione». Non è più un nostro problema. Ma è problema attualissimo quello che sta sotto alla questione (Gesù è l’unico salvatore…) e i criteri di libertà di fronte alla prassi corrente.
La scheda si offre come una guida ermeneutica: interpreta l’esperienza della Chiesa apostolica, comprende l’oggi, attualizza la soluzione suggerita dai testi paolini nell’oggi.
Certo, la pretesa è alta e… la realizzazione difficile. Ma si tratta di un avvio di lavoro che il lettore e il gruppo sono chiamati a portare avanti con competenza impegnata.
L’articolazione di ogni scheda
Precisati gli obiettivi, diventa facile ricordare l’articolazione di ogni scheda.
È stato scelto un processo unico, che si ripete per ogni scheda, per facilitare l’atteggiamento collaborativo del lettore.
– Prima di tutto viene indicato il tema del contributo, sviluppando e integrando quello messo a titolo (in questo primo livello è già esplicita l’intenzione di una iniziale attualizzazione… almeno per far cogliere come la questione ci riguardi, nonostante l’acqua passata sotto i ponti).
– Viene poi tratteggiata in sintesi la proposta del contributo: Paolo e la riflessione dell’autore del contributo propone in concreto «questa soluzione» al problema scoperto (conoscenze e atteggiamenti personali, in dimensione ecclesiale).
– Il terzo momento butta l’attenzione sull’oggi. Si tratta di un invito esplicito a guardarci d’attorno per scoprire come i problemi affrontati da Paolo sono anche i nostri, in questa nostra stagione. Possiamo constatarlo se scopriamo bene quali sono i suoi problemi, qual è la sua proposta, come possiamo rileggere l’oggi da questa prospettiva.
Il richiamo all’oggi (terzo punto di ogni scheda) è davvero il punto centrale per il lavoro, personale e di gruppo. Abbiamo bisogno di fare memoria in modo sapiente: leggere il passato con lo sguardo dell’oggi e ricomprendere l’oggi a partire dal dono del passato. Solo così possiamo aprirci verso un futuro di speranza.
Chi ha preparato le schede si rende conto chiaramente dell’esigenza. Riconosce, nello stesso tempo, la sua limitatezza rispetto ad una pretesa tanto alta. Per questo chiede una profonda collaborazione del lettore. Affida un compito impegnativo, che non può essere assolto se non in piena reale sinergia. La scheda apre quindi il cammino. Ma tutto deve essere compiuto assieme… inventando eventualmente diverse prospettive di attualizzazione, se non si condividono quelle suggerite.
Ogni gruppo può immaginare la sua metodologia per l’attenzione verso l’oggi: ricerca di documenti, elenco di fatti, testimonianze, incontro e ascolto con testimoni vivi…
– La scheda si conclude con l’indicazione di una «bella notizia». La conclusione è quella logica: l’incontro con la parola del Signore, la nostra contemplazione, la compagnia di Paolo e dei primi discepoli… ci affidano una bella notizia, da gustare e ripeterci. Chi ha preparato la scheda suggerisce di formularsela bene personalmente, di trascriverla in un appunto personale e di conservarla davanti… almeno per un poco di tempo.
Un suggerimento di lavoro
Lo studio del tema e il confronto con l’esperienza vissuta sono sempre un piccolo evento ecclesiale. Per questo, la riflessione e la memoria sono orientati alla contemplazione e all’impegno.
I due momenti conclusivi della scheda lo ricordano in modo esplicito.
– Chi ha meditato deve prima di tutto trasformare la sua contemplazione in preghiera. La scheda propone un salmo, scelto per l’assonanza con il tema studiato. Chi usa la scheda… ne può cercare altri. Se utilizza quello suggerito, lo deve personalizzare: pregare prima sul testo ufficiale e poi ripregarlo con un testo personale o di gruppo. Così sono nati i salmi e così siamo impegnati a continuare a pregarli.
– La preghiera porta all’impegno. I discepoli di Gesù hanno meditato, pregato e poi decidono quali segni concreti del regno realizzare nell’oggi.
La scheda ricorda l’urgenza e non suggerisce nulla… tutto è lasciato alla creatività personale, orientata dalla interpretazione delle sfide del contesto.
1. ALLA RICERCA DI UN DIO CHE È GIA’ VICINO…
A cura di Riccardo Tonelli
IL TEMA
Il contributo racconta quello che ha combinato Paolo, quando ha accettato di parlare di Gesù all’areopago di Atene, per difendere il suo operato (l’areopago è una specie di «tribunale») e per approfittare di un luogo di prestigio per il suo progetto di evangelizzazione (nell’areopago si radunava la crema intellettuale della società e i responsabili politici).
Paolo si fa ascoltare perché parla in modo comprensibile (usa il greco, la lingua dei suoi ascoltatori) e sa stuzzicare con furbizia il loro interesse. Ma non cerca l’applauso: sul più bello annuncia la morte e la resurrezione di Gesù, provocando la sensibilità dei suoi ascoltatori.
Qualcuno se ne va. Qualche altro (pochi) diventa discepolo di Gesù.
Diventa importante meditare sul suo operato per avere criteri di verifica di ogni progetto di evangelizzazione.
LA PROPOSTA
Tre rilievi ci riguardano da vicino:
• lo stile della comunicazione di Paolo: fa i conti sapientemente con la cultura, per dire Gesù dentro la vita dei suoi ascoltatori;
• ricorda con coraggio e con una certa sapiente fierezza che la sua proposta si colloca proprio dentro le attese dei suoi ascoltatori;
• non svuota la forza dell’annuncio: senza la croce non si può essere discepoli di Gesù né realizzare il sogno di vita.
E OGGI?
Proviamo a guardarci d’attorno:
Noi cristiani: sappiamo parlare veramente la lingua di tutti… o, pensando ai giovani soprattutto, sembriamo gente di un altro mondo… quasi dei marziani?
Noi cristiani: abbiamo paura ad annunciare la croce di Gesù a chi ha voglia di vita e di felicità… come se fosse un bastone tra le ruote?
Noi gente di oggi: è proprio vero che c’è una voglia rinnovata di scoprire chi è Dio per noi? Quali segni mostrano questa voglia di mistero, di spiritualità, di Dio? E quale Dio?
Noi gente di oggi: come la mettiamo con la croce di Gesù? Un gioiello da appendere al collo? Un ornamento per le nostre stanze? Un segno distintivo? L’evento impensabile dell’amore di Dio? La condizione seria per avere la vita?
UNA BUONA NOTIZIA
Una buona notizia… che poi sono almeno due, profondamente legate: Dio è vicino ad ogni uomo che prende sul serio la sua vita… ma attraverso quel modo misterioso che è la croce di Gesù.
DALLA PAROLA ALLA VITA
La preghiera
Prova a pregare, in uno spazio di silenzio e di interiorità pensosa, con le parole del salmo 22: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?».
L’impegno
Questo lo devi scegliere tu… con i tuoi amici… per verificare fino a che punto condividi veramente quello su cui abbiamo pensato.